Alimentare la sostenibilità
Articolo comparso sul n. 4/2021 di Italiagrafica
Come mai era accaduto in passato, a partire da chi legifera, oggi la sostenibilità ambientale rappresenta un impegno concreto per tutti, dal mondo dell’industria alla società nel suo insieme, passando per i consumatori finali, sempre più attenti alle proposte “green”.
L’onda verde non solo scorre libera in ogni direzione, ma è destinata a rinnovare i processi di produzione, i materiali di confezionamento, le abitudini di acquisto e gli stili di vita. Parlare di rivoluzione non sembra affatto una iperbole. Il settore del packaging è indubbiamente uno dei protagonisti di tale trasformazione “eco-friendly”, con cui in realtà si sta misurando e confrontando con impegno da diversi anni.
Le esperienze accumulate in passato, oggi trovano finalmente piena espressione, accordandosi perfettamente con l’esigenza di tutelare l’ambiente in cui tutti noi viviamo. Un valore chiaramente intergenerazionale, che il mondo del packaging mostra di sapere come coltivare.
Un esempio? In qualità di produttore di packaging in cartone ondulato, Lic Packaging vanta un rapporto molto stretto con i temi del “green”. «La carta e il cartone sono sostenibili, non soltanto per la loro natura e per caratteristiche intrinseche, ma anche per le modalità di acquisto della materia prima», racconta il referente marketing della società, Filippo Romani. Lic Packaging, infatti, acquista il 100% della materia prima con certificazione FSC, a garanzia del corretto approvvigionamento e della tutela delle foreste e gestisce internamente l’intero processo che va dalla progettazione alla produzione di packaging e display, seguendo chiare regole di politica ecosostenibile.
Per questo sotto il profilo del processo produttivo, Lic Packaging ha implementato una serie di azioni volte a cercare di ridurre il proprio impatto ambientale.
«Due esempi sono la presenza di pannelli fotovoltaici sui tetti e il sistema di raccolta degli scarti di lavorazione del cartone sotto i macchinari, successivamente inviati alla cartiera per le attività di riciclo».
Lic Packaging è attivamente impegnata anche nella definizione e nell’attuazione di buone pratiche per l’efficienza e il miglioramento continuo delle prestazioni energetiche, senza dimenticare di promuovere lo sviluppo di una cultura e di una sensibilità interni orientati al risparmio.
Riciclabile e compostabile
Il core business di Lic Packaging è il packaging secondario, tuttavia la vera sfida oggi riguarda l’ambito del packaging primario. «In questa ottica nel 2013 Lic ha avviato il progetto Eco&Food, volto a creare delle soluzioni sostenibili per il contatto diretto degli alimenti», prosegue Romani.
«Ad oggi abbiamo registrato il marchio HT Board, il materiale con cui sono realizzati i packaging della linea Eco&Food».
Essendo un monomateriale carta, HT Board è eco-friendly e plastic-free, riciclabile nella carta, biodegradabile e compostabile.
«HT Board utilizza carte speciali, di pura cellulosa, poiché per legge, andando a contatto con gli alimenti, non si possono usare carte riciclate. Inoltre, le carte speciali di HT Board possono essere comodamente utilizzate in modo sicuro per l’impiego in forno, sia tradizionale sia microonde. L’impiego di carte speciali innalza anche una sorta di barriera rispetto a oli e grassi, trasmettendo al consumatore finale un senso di pulizia e igiene».
Di conseguenza, nell’ottica dell’eco-desing, HT Board è un materiale multifunzionale, che, oltre a contenere il cibo, risulta anche adatto per cucinarlo, riscaldarlo nel caso di piatti pronti e, infine, consumarlo.
«Negli anni sono stati effettuati una serie di test per garantire la qualità del cibo al suo interno e l’integrità del materiale stesso. HT Board è certificato per il contatto diretto con gli alimenti, riciclabile nella carta, biodegradabile e compostabile, di conseguenza smaltibile nell’umido nel caso in cui la vaschetta in HT Board presenti dei residui alimentari»
A proposito di design, all’interno di Lic Packaging è attivo un ufficio di progettazione dedicato, che si occupa, oltre che del packaging classico, anche della divisione Eco&Food e dei display per il punto vendita.
«L’elemento comune è di lavorare sempre su dei progetti ad hoc, non avendo dei cataloghi standard. Fondamentalmente, ogni iniziativa è studiata in base alle esigenze del singolo cliente, proponendo strutture e design di volta in volta specifici, valutati insieme fino ad arrivare alla scelta finale più idonea».
Al tempo stesso, ricorda Romani, il tema dell’eco-desing ruota intorno anche a specifiche linee guida e formae mentis, comuni a tutti gli operatori.
«Pensiamo, per esempio, a temi come la riduzione del sovrimballo, che porta a studiare, a livello di singolo prodotto, dimensioni, spessori e volumi ad hoc, anche nell’ottica della produzione, al fine di ottimizzare le rese e ridurre gli sprechi».
Ecommerce Geen
La “nuova normalità” degli ultimi mesi ha incentivato enormemente le attività di commercio elettronico, con un’esplosione di packaging spediti in ogni angolo della nostra penisola, allargando la centralità della questione della sostenibilità agli stessi processi di spedizione e consegna dei pacchi.
«Lic Packaging ha colto l’importanza rilevante e crescente del commercio elettronico, che contempla non solo le modalità
di acquisto del consumatore online, ma anche gli aspetti logistici», conferma Romani.
«Fondamentalmente qui si parla di packaging secondario, con un’accortezza in più in termini progettuali per migliorare la customer experience e trasmettere i contenuti di marketing. La nostra azienda ha colto in questo mercato la possibilità di approcciare nuovi clienti, in precedenza non ancora presi in considerazione. Qui il concetto dell’eco-design e delle soluzioni per proteggere il prodotto sono affrontati con carte e cartoni riciclati».
Se in ambito food è obbligatorio utilizzare prodotti di pura cellulosa, nel packaging secondario tutto viene realizzato con carte riciclate.
«Bisogna sempre sfatare il mito dell’abbattimento selvaggio di alberi. I fornitori di materie prime si muovono all’interno di un processo di tutela e controllo delle attività di approvvigionamento. Sono temi scontati al nostro interno, ma non sempre sono altrettanto chiari per il consumatore finale, perciò è importante ribadirli», rimarca Romani.
D’altra parte know-how, cultura e competenze sono valori riconosciuti come sempre più importanti sul mercato. Il tema stesso della sostenibilità richiede a tutti gli operatori di alzare l’asticella.
«In questo periodo la consapevolezza delle azioni messe in atto negli anni passati, comincia ad emergere. Oggi abbiamo il tema del bilancio di sostenibilità, come consapevolezza delle azioni fatte anche in funzione dell’efficientamento economico, per una sostenibilità che sia anche finanziaria e sociale. Sicuramente Lic Packaging investe molto in ricerca e sviluppo; questo è uno dei motivi che hanno portato alla nascita del materiale HT Board».
Il lato economico della sostenibilità
Fino a qualche tempo fa, il valore in più del packaging sostenibile si traduceva contemporaneamente anche in un costo superiore. Oggi il tema si conferma controverso e complesso, ammette Romani.
«Oggi la valutazione economica di un prodotto non passa più solo dal prezzo di acquisto, ma deve essere valutato nella sua complessità, partendo dal costo delle materie prime, passando dalla produzione, al consumo, fino ad arrivare al suo smaltimento. Inoltre, recenti indagini di mercato, a livello mondiale, evidenziano una maggiore consapevolezza e sensibilità verso il discorso della sostenibilità e disponibilità da parte del consumatore finale a spendere di più per questo; così come gli stessi organi legislativi che, a loro volta, oggi sollecitano e spingono le scelte “green” con grande e rinnovato impegno. Le aziende sono, perciò, chiamate ad accogliere questo tipo di cambiamento, nella consapevolezza che, società come la nostra, sono sicuramente impegnate a coniugare sostenibilità ambientale ed economica nelle soluzioni che propongono»
Parlando di packaging a contatto con gli alimenti, inoltre, la sfida consiste nel trovare soluzioni che si adattino ai sistemi già esistenti nell’industria food dei clienti attuali e potenziali.
«In questo modo, non si obbliga il cliente alla sostituzione delle tecnologie che ha in essere. La sostenibilità può essere, quindi, interpretata anche in tale ottica. È il nostro compito riuscire a trovare delle soluzioni compatibili con le tecnologie già esistenti nei siti produttivi dei nostri clienti».
Per il futuro, la sfida dell’azienda coinvolgerà sempre di più il settore alimentare, a livello di industria e distribuzione.
«Fino a qualche anno fa la nostra proposta Eco & Food era accolta positivamente come idea, però nella fattibilità reale emergeva non di rado un blocco legato a più aspetti. Oggi, invece, avviene il contrario: sono le aziende stesse a richiederci soluzioni “green”, rivelando un percorso di consapevolezza sempre più in crescita e importante, parallelo a quello condotto al nostro interno»